Lalleśvarī o Lalla Mistica e poetessa indiana

“Ho visto che io sono in ogni cosa, in ogni cosa
L’ho visto splendere.
Ascolta bene, fermati ad ascoltare, e potrai vedere Hara.
La dimora è completamente Sua: che sono io, Lalla?

Io, Lalla, placai l’amore nel fuoco dell’amore.
Prima della morte io morii completamente.
Libera dalla forma nella mia natura profonda, quante forme non ho dispiegato?
Scomparso l’io, io che farò?”
(Lalleśvarī o Lalla Mistica e poetessa indiana del XIV secolo)

Rābiʿa al-ʿAdawiyya

In due modi io Ti amo: da egoista,
E poi, come si addice a Te.
È un amore egoista, che io non faccia niente
Se non pensare a Te con ogni mio pensiero.
È il più puro amore, quando Tu alzi il velo
Al mio sguardo che Ti adora.
Non è merito mio in questo o in quello:
Tuo è il merito in entrambi, io lo so.

Hadewijch da Anversa da Lettera XXII, p. 174

L’aquila fissa il sole senza arretrare punto, come l’anima interiore guarda Dio senza distogliere mai lo sguardo da lui. Giovanni sarà dunque l’anima sapiente in questo coro, vale a dire in questo piano d’amore con Dio. Lì non si pensa né ai santi né agli uomini, ma si vola semplicemente nelle altezze divine. Quando l’aquilotto non può fissare il sole, viene gettato fuori dal nido. Così farà l’anima sapiente, la quale rigetta tutto ciò che può oscurare lo splendore dello Spirito, poiché all’anima – al pari dell’aquila – non si addice il riposo, bensì il volo incessante verso l’altezza sublime. (Hadewijch da Anversa da Lettera XXII, p. 174)

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Magnifici edifici saranno distrutti
Dalla pioggia e dai raggi del sole.
Io ho costruito un grandioso palazzo di versi
Inattaccabile dal vento e dalla pioggia
Così non morirò perché sono come l’Eterno
Perché ho sparso semi di parole
Chiunque ha intelligenza, fantasia e fede
Anche dopo la mia morte mi loderà

Firdūsi

(Nella foto l’opera dell’artista Parastou Forouhar “Written Room” realizzata in Germania”)