Nel ring della vita,
son fermo a prendere pugni,
da un destino nefasto e stupido.
Mi distrugge l’esistenza,
facendomi sputare sangue
e rinunciare alla felicità.
Il sangue che cade,
leggero si appoggia sul tappeto,
e il pugile lo osserva esterrefatto.
La sofferenza non basta a fermarlo.
Il sangue non coagula,
si trasforma, rigenera.
Ne rinascono parole:
l’odio scompare, e lui vede Dio.
Ma l’ultimo pugno l’uccide.
Nel ring della vita il pugile muore,
e rinasce come poeta.
Di seguito riporto lo spartito che ha composto il Maestro Giuseppe Marotta per questa mia Lirica. Entrambi son coperti da copyright.
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