“Dal profondo dell’anima” Carl Gustav Jung (tratto da)

“Oggi si vuol sentire parlare di grandi programmi politici ed economici ossia proprio di quelle cose che hanno condotto i popoli ad impantanarsi nella situazione attuale, ed ecco che uno viene a parlare di sogni e di mondo interiore…tutto ciò è ridicolo, che cosa crede di ottenere di fronte ad un gigantesco programma economico, di fronte ai cosiddetti problemi della realtà. Ma io non parlo alle nazioni, io mi rivolgo solo a pochi uomini. Se le cose grandi vanno male, è solo perché i singoli individui vanno male, perché io stesso vado male, perciò, per essere ragionevole, l’uomo dovrà cominciare con l’esaminare se stesso, e poiché l’autorità non riesce a dirmi più nulla, io ho bisogno di una conoscenza delle intime radici del mio essere soggettivo. E’fin troppo chiaro che se il singolo non è realmente rinnovato nello spirito neppure la società può rinnovarsi poiché essa consiste nella somma degli individui.” (C.G.Jung)

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Da un’intervista a Carl Jung di Mircea Eliade

“Il problema centrale della psicologia è l’integrazione degli opposti. Lo si ritrova dovunque e a tutti i livelli. In Psicologia e alchimia mi sono occupato dell’integrazione di Satana. Perché, finché Satana non viene integrato, il mondo non è risanato né l’uomo redento. Ma Satana rappresenta il male: come può il male venire integrato? C’è una sola possibilità: assimilarlo, vale a dire sollevarlo al livello della coscienza. Questo si compie per mezzo di un processo simbolico molto complicato, che coincide grosso modo con il processo psicologico dell’individuazione. In alchimia questo processo si chiama congiunzione dei due principi. In realtà l’alchimia si assume e prosegue l’opera del cristianesimo; per gli alchimisti, il cristianesimo ha redento l’uomo ma non la natura, e il sogno dell’alchimista è di salvare il mondo nella sua totalità: la pietra filosofale era concepita come il filius macrocosmi, che redime il mondo, mentre Cristo, il filius microcosmi, ha redento l’uomo soltanto. Il fine ultimo dell’opus alchemico è l’apokatástasis, la salvazione cosmica”.
(Estratto da intervista a Jung di Mircea Eliade ad Eranos 1952 per la rivista “Combat: de la Résistance à la Révolution” del 9 ottobre 1952)

Il cammino di Alessandro VIII: l’identità

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Quando nel 2008 decisi di entrare nella clinica “Parco dei Tigli” di Teolo non avrei mai pensato a cosa avrebbe potuto significare questa mia scelta per la mia vita. Senz’altro senza quel ricovero non avrei mai posto le basi per iniziare quel nuovo percorso di vita che mi ha portato nel 2016 a stare, abbastanza, bene con me stesso. Quando parlo di questo percorso uso sempre una parola “identità”: l’uomo è alla continua ricerca di una identità sin da bambino e non smette mai di cercare di comprendere chi egli sia. Certo ci sono uomini che si accontentano di sapere che loro sono il loro lavoro, o il ruolo che la vita o altri gli han imposto, ma alcuni restano alla ricerca di una evoluzione. Alcuni si sentono sempre mancare qualcosa per arrivare a un punto nella vita in cui dire: Sono Alessandro.
Io ora posso dire con forza che sono Alessandro. Ma questo non vuol dire che il mio percorso di vita è arrivato alla totale comprensione di me stesso. L’uomo è dentro sé un labirinto stupendo da esplorare ma anche una caverna buia in cui nasconde parti di sé a sé stesso e agli altri. La ricerca di un’identità deve passare attraverso l’accettazione e il superamento di questo lato oscuro. Non dobbiamo nasconderlo e neppure vergognarcene, ma dobbiamo accettare ciò che di noi non ci piace o fa paura per poi riuscire a renderlo più docile nella nostra mente e nella vita per renderci finalmente liberi. Usando l’immaginazione dovremmo essere capaci di trasformare la parte che meno amiamo di noi in un bambino e dovremmo essere capaci di essere noi adulti ad abbracciarlo e a renderlo finalmente in pace con sé.
La ricerca dell’identità è un percorso lungo e tortuoso e necessita di moltissimi errori da compiere per trovare la giusta via da intraprendere. E’ logico che questa strada sarà riconducibile a ciò che noi cerchiamo. Sarà difficile lasciare una parte di noi che a noi fa comodo per ottenere lo scopo finale, ma se il nostro scopo è quello di essere davvero “Io”dobbiamo imparare a lasciare andare ciò che noi non siamo ma che altri ci hanno imposto come identità. Io ho dovuto accettare la mia sessualità, rompere i cordoni ombelicali, ho dovuto accettare i miei limiti e continuo ancora con un’autoanalisi sempre precisa e coerente.
L’autoanalisi coerente e precisa può aiutarci a renderci migliori. Ma l’autoanalisi non deve essere una sorta di Io giudice che ci addossa colpe e condanne per ogni sbaglio rendendoci la vita impossibile o la nostra crescita personale non sarà certo realizzabile, né certo dev’essere una madre amorevole capace di perdonarci ogni sbaglio, ma un punto di vista esterno capace di analizzare i nostri comportanti ed in grado di aiutarci a intraprendere quel percorso di “accettazione – superamento” di cui ho parlato.
L’Alessandro d’oggi non va più dalla psicologo ma fa yoga. Non trova più rimorso per i suoi errori, ma cerca di evitarli. Non si nasconde più dietro la depressione per scusare i suoi comportanti non coerenti, ma riconosce questi fanno parte di lui e li accetta e cerca di non ripeterli. Per essere Alessandro ho dovuto smettere di essere depresso o bipolare, ma accettarmi e ricercare dentro me ciò che di buono ho da offrirmi.

Se ti è piaciuta la biografia devi sapere che questa fa parte del mio nuovo libro:

La persistenza della memoria Disponibile in Ebook o cartaceo.

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La vita reale (Georges Ivanovič Gurdjieff)

downloadLA VITA REALE

Uno dei più gravi errori dell’uomo, di cui ci si deve ricordare, è la sua illusione riguardo al suoi Io.
L’uomo così come lo conosciamo, la “macchina-uomo,” l’uomo che non può “fare” e con cui ed attraverso cui tutto “accade” non può avere un Io permanente e singolo. Il suo Io cambia con la stessa rapidità dei suoi pensieri, sentimenti ed umori, ed egli commette un grave errore nel considerare se stesso sempre una sola stessa persona; in realtà, egli è sempre una persona differente, non quella che egli era un attimo fa.
L’uomo non ha un Io permanente ed immutabile. Ogni pensiero, ogni umore, ogni desiderio, ogni sensazione dice “Io.” Ed in ogni caso sembra si prenda per scontato che questo Io appartenga al Tutto, all’uomo intero, e che un pensiero, un desiderio o un’avversione siano espressi da questo Tutto. Nella realtà dei fatti, questa supposizione non ha alcun fondamento, Ogni pensiero e desiderio dell’uomo compare e vive in modo del tutto separato ed indipendente dal Tutto. Ed il tutto non si esprime mai, per la semplice ragione che esso esiste, di per sé, solo fisicamente in quanto cosa, ed in astratto quale concetto. L’uomo non ha un Io individuale. Vi sono, invece, centinaia di migliaia di piccoli Io separati, molto spesso interamente sconosciuti gli uni agli altri, che non vengono mai in contatto oppure, al contrario, ostili l’uno all’altro, reciprocamente esclusivi ed incompatibili. Ogni minuto, ogni istante, l’uomo dice o pensa, “Io.” E ad ogni istante “Io” è differente. Ora è un pensiero, ora è un desiderio, ora una sensazione, ora un altro pensiero, e via di seguito, senza fine. L’uomo è una pluralità. Il nome dell’uomo è legione.

Il cammino di Alessandro VIII: l’identità

canalizzatori-gic3b9-la-maschera-featQuando nel 2008 decisi di entrare nella clinica “Parco dei Tigli” di Teolo non avrei mai pensato a cosa avrebbe potuto significare questa mia scelta per la mia vita. Senz’altro senza quel ricovero non avrei mai posto le basi per iniziare quel nuovo percorso di vita che mi ha portato nel 2016 a stare, abbastanza, bene con me stesso. Quando parlo di questo percorso uso sempre una parola “identità”: l’uomo è alla continua ricerca di una identità sin da bambino e non smette mai di cercare di comprendere chi egli sia. Certo ci sono uomini che si accontentano di sapere che loro sono il loro lavoro, o il ruolo che la vita o altri gli han imposto, ma alcuni restano alla ricerca di una evoluzione. Alcuni si sentono sempre mancare qualcosa per arrivare a un punto nella vita in cui dire: Sono Alessandro.
Io ora posso dire con forza che sono Alessandro. Ma questo non vuol dire che il mio percorso di vita è arrivato alla totale comprensione di me stesso. L’uomo è dentro sé un labirinto stupendo da esplorare ma anche una caverna buia in cui nasconde parti di sé a sé stesso e agli altri. La ricerca di un’identità deve passare attraverso l’accettazione e il superamento di questo lato oscuro. Non dobbiamo nasconderlo e neppure vergognarcene, ma dobbiamo accettare ciò che di noi non ci piace o fa paura per poi riuscire a renderlo più docile nella nostra mente e nella vita per renderci finalmente liberi. Usando l’immaginazione dovremmo essere capaci di trasformare la parte che meno amiamo di noi in un bambino e dovremmo essere capaci di essere noi adulti ad abbracciarlo e a renderlo finalmente in pace con sé.
La ricerca dell’identità è un percorso lungo e tortuoso e necessita di moltissimi errori da compiere per trovare la giusta via da intraprendere. E’ logico che questa strada sarà riconducibile a ciò che noi cerchiamo. Sarà difficile lasciare una parte di noi che a noi fa comodo per ottenere lo scopo finale, ma se il nostro scopo è quello di essere davvero “Io”dobbiamo imparare a lasciare andare ciò che noi non siamo ma che altri ci hanno imposto come identità. Io ho dovuto accettare la mia sessualità, rompere i cordoni ombelicali, ho dovuto accettare i miei limiti e continuo ancora con un’autoanalisi sempre precisa e coerente.
L’autoanalisi coerente e precisa può aiutarci a renderci migliori. Ma l’autoanalisi non deve essere una sorta di Io giudice che ci addossa colpe e condanne per ogni sbaglio rendendoci la vita impossibile o la nostra crescita personale non sarà certo realizzabile, né certo dev’essere una madre amorevole capace di perdonarci ogni sbaglio, ma un punto di vista esterno capace di analizzare i nostri comportanti ed in grado di aiutarci a intraprendere quel percorso di “accettazione – superamento” di cui ho parlato.
L’Alessandro d’oggi non va più dalla psicologo ma fa yoga. Non trova più rimorso per i suoi errori, ma cerca di evitarli. Non si nasconde più dietro la depressione per scusare i suoi comportanti non coerenti, ma riconosce questi fanno parte di lui e li accetta e cerca di non ripeterli. Per essere Alessandro ho dovuto smettere di essere depresso o bipolare, ma accettarmi e ricercare dentro me ciò che di buono ho da offrirmi.

———>   E’ uscito il mio quarto libro: La persistenza della memoria:

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Il libro è in vendita in oltre 4500 librerie e on line:

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