Lettera a Dio

Ciao Dio, o Allah, che poi siete la stessa entità interpretata e pronunciata in modi diversi. Io non credo in Te, ma ho rispetto per Te perché sono stato educato ad avere rispetto degli dei, ti scrivo per fare una riflessione con Te, scrivendo come se esistessi e come se Tu potessi leggermi.
Molti tuoi fedeli credono che tu sia un’entità superiore, eterna ed onnisciente, si arrovellano il cervello cercando di dare una spiegazione al male nel mondo e alcuni fedeli credono che il Male non sia nato da Te, ma sia imputabile al libero arbitrio che tu lasci all’uomo. Altri, addirittura, interpretano i passi dell’Antico Testamento in cui vengono descritte le battaglie fra il Popolo di Israele e i suoi vicini quale esempio da seguire per combattere i nemici. C’è anche chi crede che chiunque non sia “dei suoi” debba essere ucciso e che questo atto sia voluto proprio da Te o dai tuoi profeti.
Io non so in cosa credere. Io non credo in Te. Credo nell’uomo di buona volontà. Nell’uomo che esercita la sua opera per migliore il mondo che gli sta attorno. Perché come raccontato ne “Candido o dell’ottimismo” di Voltaire l’importante sarebbe curare al meglio il proprio giardino, angolo di mondo. Basterebbe essere sempre la migliore persona che tu voglia incontrare lungo il tuo cammino perché il mondo sia migliore.
Lo so, che non sarebbe sufficiente, perché c’è sempre chi vuole dissipare il lavoro dell’uomo mite. C’è chi cercherà sempre di entrare nel suo giardino e distruggere tutto ciò che egli ha realizzato. Per questo Dio, o Allah, servono le leggi dell’uomo, per difendere l’uomo mite da chi non è capace di vivere civilmente. Ma, sai, le leggi dell’uomo sono poi fatte da uomini. Uomini fallibili, meschini, che non desiderano salvare l’uomo mite, ma creare privilegi.
L’uomo mite è solo di fronte le cattiverie dell’uomo malvagio. E anche se riuscisse a seminare ettari di terreno e sfamare migliaia di persone, l’uomo malvagio riuscirebbe a ucciderne un numero spesso pari.
E’ per questo che tutti vorremmo trovare un Dio capace di punire o fermare tali uomini malvagi: ma questo Dio non sei tu.
Come faccio a dirlo? Perché tali atti avvengono e tu non fai nulla per impedirli. Fermo! Non mi parlare del libero arbitrio. Se tu fossi onnisciente sapresti con largo anticipo se un uomo ne ucciderà un altro. Saresti un narratore onnisciente della storia dell’uomo. Ma allora ti, mi, chiedo: il libero arbitrio è il tuo? Sei tu che puoi decidere chi salvare e chi no?
Io, dal canto mio posso fare solo una scelta: continuare la mia strada alla ricerca della pace interiore e continuare a coltivare il mio giardino, anima, sperando che questo passa darmi i frutti tanto da me desiderati.

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