Prendi la pietra Davide,
spaccagli la testa.
Tu puoi vincere Davide,
lanciagli la pietra.
Lui è imponente e ti è davanti,
lasci che avanzi?
Uccidi Davide fatti uomo,
uccidi Davide fatti Santo.
La notte a Marghera
la passo a guardare le stelle,
all’orizzonte grandi stabilimenti
mi oscurano la visuale.
Il canale di fronte a me,
mi ricorda la morte:
è brutto e sporco,
è solo e desolato.
Il porto è abbandonato.
Sovente s’accende la notte,
quando una nave ormeggia:
le voci ripopolano il vuoto.
Se penso a te sola nel letto,
coperta di sogni di seta e cotone:
la notte non finisce più…
mi sembra eterna.
Ascolta la voce del mio cuore,
lieve brusio che si leva dal pianto
di un uomo solo senza speranza.
Guarda i miei occhi accendersi di lacrime,
che come fiumi irrorano una pelle secca,
come il cuore che batte nel mio petto.
Ascolta il mio lamento alla vita,
non voluta, non perseguita,
ma comunque vissuta.
Un blog da seguire e da leggere attentamente
«io sono convinto che l’uomo non rinuncerà mai alla vera, autentica sofferenza… Giacché la sofferenza è la vera origine della coscienza… In realtà io continuo a pormi una domanda oziosa: che cos’è meglio, una felicità da quattro soldi o delle sublimi sofferenze? Dite su, che cos’è meglio?»
F. Dostoevskij, Ricordi del sottosuolo
«Scendere agli Inferi è facile: la porta di Dite è aperta notte e giorno; ma risalire i gradini e tornare a vedere il cielo, qui l’opera, qui la vera fatica» Virgilio, “Eneide”
Páthei Máthos, la famosa citazione espressa in maniera memorabile nell’Agamennone di Eschilo, quando il coro intona il famoso Inno a Zeus:
Zeus, chiunque egli sia, se è questo il nome
Con cui gli è caro essere invocato,
così a lui mi rivolgo: nulla trovo cui compararlo,
pur tutto attentamente vagliando,
tranne Zeus, se veramente si deve gettar via
il vano peso dal proprio pensiero.
Ma chi…
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