Un bimbo trascinava un aquilone,
ed ero affascinato da quel filo
che legava gli attori
di una scena tante volte vista.
Il vento lo alzava nel cielo
e il fanciullo correva felice,
il cavo sembrava spezzarsi
donando la libertà al giocatolo.
I disegni lasciati nel cielo
da quel pittore improvvisato
non avevan senso.
Seppur azzurro il cielo era triste,
e piangeva la sofferenza dell’aquilone,
che disperato cercava in esso rifugio.
Un sibilo, una folata improvvisa,
e il bimbo cadde a terra
liberando il filo nell’aria.
Alto l’aquilone volò,
e nel chiarore del giorno scomparve,
lasciando di sé solo il ricordo
di un essere troppo legato al destino.