Hadewijch da Anversa da Lettera XXII, p. 174

L’aquila fissa il sole senza arretrare punto, come l’anima interiore guarda Dio senza distogliere mai lo sguardo da lui. Giovanni sarà dunque l’anima sapiente in questo coro, vale a dire in questo piano d’amore con Dio. Lì non si pensa né ai santi né agli uomini, ma si vola semplicemente nelle altezze divine. Quando l’aquilotto non può fissare il sole, viene gettato fuori dal nido. Così farà l’anima sapiente, la quale rigetta tutto ciò che può oscurare lo splendore dello Spirito, poiché all’anima – al pari dell’aquila – non si addice il riposo, bensì il volo incessante verso l’altezza sublime. (Hadewijch da Anversa da Lettera XXII, p. 174)

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Tutto ciò che l’uomo può pensare di Dio o comprendere e comunque immaginare, ebbene questo non è Dio. Perché se l’uomo potesse intenderlo e comprenderlo con i suoi sensi e i suoi pensieri, Dio sarebbe meno dell’uomo e noi avremmo finito di amarlo: la stessa cosa avviene con gli uomini senza profondità, presso i quali l’amore è presto alla fine. (Hadewijch d’Aversa Mistica da Lettera XII, p. 103)

L’ascesa al paradiso celeste di Hieronymus Bosch


«In questo mondo (l’anima) è sprovvista di conoscenza, tranne quando è ormai in punto di morte; in quel momento fa un’esperienza analoga a quella provata da coloro che si sottopongono all’iniziazione ai grandi misteri. Perciò anche il verbo “morire” come l’azione che esso esprime sono simili al verbo “essere iniziato” e all’azione da questo denotata. Dapprima si erra faticosamente, smarriti, correndo timorosi attraverso le tenebre senza raggiungere alcuna meta; poi, prima della fine, si è invasi da ogni tipo di terrore, spavento, tremore, sudore e angoscia. Finalmente una meravigliosa luce viene incontro e si è accolti da luoghi puri e da prati, dove risuonano voci e si vedono danze, dove si odono solenni canti ieratici e si hanno sante apparizioni. Tra questi suoni e queste visioni, ormai perfetti e pienamente iniziati, si diviene liberi e si procede senza vincoli con ghirlande di fiori sul capo, celebrando i sacri riti assieme agli uomini santi e puri; si osserva la massa degli uomini che vivono qui sulla terra, non iniziati e non purificati, calpestarsi e spingersi insieme nel fango e nella polvere, attanagliati dalla paura per i mali della morte a causa della mancanza di fiducia nei beni dell’Aldilà. Così si può comprendere come l’intreccio e la connessione con il corpo sia per l’anima contro natura…».
(Plutarco Fr 178)

Sul misticismo

Il misticismo non è «teoria», è una sensazione incessante e la constatazione, in se stessi e in tutto ciò che ci circonda, dei legami misteriosi, VIVI, indistruttibili di una persona con l’altra e, attraverso questo, con l’Ignoto. È una conoscenza religiosa e non un inconsapevole annebbiamento del cervello. […] I mistici non sono assolutamente matti, non sono stupidi, sono soltanto persone che in modo particolarmente vivido e diretto sentono i legami con l’«Altro» e li sentono non soltanto al momento della morte, ma nel corso di tutta la vita. (Aleksandr Aleksandrovič Blok)