Estate (poesia)

 

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Queste foglie bagnate
mi ricordano i tuoi occhi,
socchiusi e tristi.

L’addio è un attimo
che solca l’anima,
come l’aratro il campo.

Addio amore infantile,
addio donna meravigliosa,
addio oggetto di desiderio.

La vita è fatta di situazioni,
da essere vissute in due:
come i tuoi occhi che piangono.

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Primavera (poesia)

 

 

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Apri gli occhi…
e te ne vai.
Via le lenzuola,
s’è fatto giorno.

Fiori che crescono
in prati verdeggianti,
alberi che germogliano
e promettono frutti.

Il bosco ch’era muto,
echeggia di suoni:
trilli di cicale,
ugole d’uccelli.

La vita è bella,
di verde vestita,
di luce dorata,
di speranza rinata.

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Inverno (poesia)

 

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Come madre premurosa,
che copre suo figlio,
l’inverno arriva
e ricopre di neve la terra.

La neve morbida
cade dal cielo
come le lacrime,
come il cotone.

I germogli, piccoli bimbi,
si sentono protetti,
e attendono la primavera
come il bimbo il mattino.

La foresta cade nel sonno,
nessuno sembra muoversi.
E il vento notturno
pare una ninna nanna.

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“Gocce d’acqua in un mare di petrolio”: il primo titolo pubblicato

Gocce d'acqua in un mare di petrolio

La prima raccolta di poesie dell’autore.

Le poesie vennero scritte fra il 1995 e il 2001. Un percorso di dolore attraversato dalla solitudine, la depressione e la disperazione di un giovane uomo che non conosceva ancora l’amore. Liriche che abbracciano temi come l’amore, il rapporto con dio e la religione, una poesia intima che guarda con interesse lo scopo della vita, uno scopo che pare non esserci per l’autore.

La raccolta si apre con la tetralogia delle stagioni. Nella lirica Autunno viene cercato il senso della vita:  “Le foglie che cadono, | stordite dal vento | toccano terra nutrendola. / Alcune però, catturate, | volano via col vento, nella fredda brezza”. In queste parole l’autore esprime la propria disperazione e il senso di vuoto che lo affligge,  con versi che sembrano voler ripercorrere le ultime tre strofe della poesia di Eugenio Montale Non recidere, forbice, quel volto”, che così il Nobel chiudeva:E l’acacia ferita da sé scrolla | il guscio di cicala | nella prima belletta di Novembre.”  Al vento che cattura la foglia e la porta lontana da quella solitudine il compito di lasciare un po’ di speranza al lettore. Continua a leggere ““Gocce d’acqua in un mare di petrolio”: il primo titolo pubblicato”

Autunno (Poesia)

Triste mi pare l’autunno,
mi ricorda la mia vita,
mi ricorda le mie ferite.

Le foglie che cadono,
stordite dal vento
toccano terra nutrendola.

Alcune però, catturate,
volano via col vento,
nella fredda brezza.

Il ricordo non lasciano…
l’amore non lasciano…
la vita non lasciano…

Solo un ramo vuoto.