Dente di leone (poesia)
Calde labbra mi sfiorano
e il mio seme genera futuro.
Dente di leone (poesia)
Calde labbra mi sfiorano
e il mio seme genera futuro.
Ho coperto di cenere il mio cuore
per poterlo riscaldare
durante i giorni bui
della mia vita.
Avvolto i miei occhi
in teli bagnati
per imparare a piangere.
Immerso le mani nel fango
per scoprire che se si tocca il fondo
c’è sempre del buono da trovare.
Gettato la mia anima nella tempesta
per poterla riavere più forte.
Solo così ho imparato a soffrire.
Come neve che cade
su strade bagnate
è la vita mia.
Vi era un vecchio sporco e con una barba lunga e incolta, i suoi abiti erano luridi, la sua pelle ricordava i fondali di quei laghi su cui da tempo non cade acqua, le sue unghie, lunghe e sporche, raccontavano l’incuria in cui era caduto da troppo tempo, i suoi occhi, semichiusi e tristi, erano scomparsi dietro il nero del grasso d’auto e lo sporco che gli segnava il viso, aveva denti gialli, e non tutti erano ancora presenti in quella bocca tanto maleodorante.
“Fai schifo!” – Si sentiva dire tutti i giorni, e vedeva nuvole di saliva cadergli vicino, sputi lanciati da ragazzotto ben vestiti e con bei telefonini, che uscivano da scuola con un bel sorriso di chi sente il futuro risplendere sul proprio orizzonte. Continua a leggere “Siamo tutti la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto (Alessandro Bon)”