Petali di ciliegio (poesia)

Giappone

Sul mare petali di ciliegio si adagiarono,

uomini duri e d’onore vennero ad abitarli,

assieme a donne minute e sagge.

Gli spiriti del passato sussurravano
la storia di un paese glorioso,
e geishe si truccavano il viso,
con colori dolci e sensuali.

Vivere su un petalo è romantico,
si respira aria dolce e profumata,
il tempo sembra non trascorrere
lì dove c’è il ciliegio.

Un petalo è troppo fragile
per poter sopportare la forza del mare,
e si spezza all’ardore dell’acqua,
che spazza via gli uomini.

Ma un Samurai,
seppur senza spada,
non teme la morte…

… e attende il momento migliore,
per poter riprendere a combattere.

(Al Giappone colpito da immane disgrazia)

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Sono qui per cantarti le mie canzoni (Rabindranath Tagore)

Sono qui
per cantarti le mie canzoni
in questa tua stanza
il mio posto è in un angolo.
Nel tuo mondo
non ho alcun lavoro da compiere
La mia vita inutile
può solo prorompere
in melodie senza scopo.

Quando suona l’ora
dell’adorazione silenziosa
nel tempio oscuro di mezzanotte,
mio signore!
comandami di cantare davanti a te.

Quando nell’aria del mattino
l’arpa d’oro è ben accordata
onorami chiedendo la mia presenza.

Stella e Lucia (poesia)

Di notte si illumina il cielo
due soli risplendono dentro di me,
e delle piccole stelle così distanti
mi ricordano dove sei.

I tuoi dentini son come stelle,
e le tue guance così paffute,
ti avevo pensata così.

Non piangere Stella
la mamma sta male,
non riesco a seguirti.

Due occhi di giorno mi guardano,
il suo sorriso mi da felicità,
i tuoi occhi mi illuminano il cuore.

Il tuo ventre è casa,
il tuo seno cibo,
ma non soffrire.

Non piangere mamma,
io sto bene,
e riuscirò a prendermi cura di te.

(A Lucia e Stella)

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Al mai nato (poesia)

Gli occhi socchiusi,
un corpo estraneo si fa strada,
il piacere aumenta,
e le labbra si lasciano mordere.

Un piccolo seme vien lanciato nel pozzo,
ammaliato dal profumo di donna:
l’incontro è vita.

Due corpi generano amore,
e la simbiosi è perfetta.
Paura, felicità, amore,
tutto è condiviso…
neppure fossero tutt’uno.

Cresce il frutto dell’amore,
ma non è voluto,
e lui si sente prigioniero.

Angoscia, solitudine, disperazione
si fanno largo in lei,
mentre non sa che fare
del mostro che la sta divorando.

Il volto è sereno,
la voce ferma rassicurante,
il dado è tratto.
Il cavaliere ucciderà il drago,
e la fanciulla sarà libera.

Il tempo si ferma:
il padre sorride,
la madre piange,
il medico la consola,
il feto è solo.

Il mostro è morto.

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