Grazie per nostra figlia Musicata dal M° G. Marotta, pianista S. Felici

Grazie per nostra figlia

Seguire il mio seme,
mentre si insedia dentro te.
Vederlo germinare col tuo,
dando vita a nostra figlia.

Restare meravigliato mentre cresce dentro di te.
Percepire quello che provate entrambe.
Condividere il tuo dolore e il tuo benessere,
dolce madre dei miei figli.

Sopportare al tuo posto il dolore,
quando le doglie ti diranno che lei arriva,
per poi metterla al mondo.

Ma questo non potrò mai farlo,
e anche tu lo sai.

Lasciati almeno amare per tutta la vita,
perché possa ricambiare a quello che mi stai donando.

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Non dimenticare (il nazismo)

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Fotogramma del film Schindler’s List

Gli occhi del bimbo
che cerca di lavarsi,
e che trova la morte.

Non dimenticarli uomo

I corpi straziati,
accalcati nelle fosse,
deformi dalle torture.

Non dimenticarli uomo

Le idee che portarono a ciò,
gli occhi dei dittatori,
ciò che fecero.

Non dimenticarli uomo.

I loro volti.
Sia quelli dei carnefici,
come dei dittatori.

Una volta morti
non dimenticarli Dio.

© Alessandro Bon

Canova (poesia)

canova_003Il corpo è un tutt’uno,
nemmeno il grande scultore
potrebbe pensare ad una statua
senza anima.

Disegnare espressioni umane
su marmo duro e freddo
è compito di un Dio,
o di un Genio.

Nascesti nel Segno del Leone,
alato e non celeste,
ma terreno e Serenissimo.

Facesti riscoprire ai grandi del Mondo
Grecia ed… Egitto,
Mito, Arte, e Morte.

Solo da morto un uomo si spezza,
il corpo ritorna a casa,
il cuore resta imprigionato nel suo amore.

Un Dio riposa in un Tempio,
un Imperatore in una piramide…
e forse tu sei stato entrambi

Notte d’Ulisse (poesia)

ulisse01Come barca io fui.
Gettai la rete
d’ oro i ricami
di seta le tele.

Come Ulisse
legato all’albero maestro
di un cuore razionale,
ma senza amore

Donna sirena,
il tuo canto mi ammalia,
le tue labbra carnose
i tuoi seni tondi.

Mangiai di te
E tu mangiasti di me.

Sudore con sudore,
bocca con bocca,
corpo con corpo,
anima con anima.

Ore passate a donare,
amore che lascia segni
in un’anima sola,
in un corpo imponente.

E ancora amore…

Oh, gli occhi socchiusi.
Oh, le labbra socchiuse.
Oh, brividi d’amore.

M’addormentai sul seno,
rifugio materno d’un uomo,
morbido cuscino d’amore.

Mi svegliai solo,
come barca abbandonata.

E come Ulisse,
ripresi a viaggiare,
cercando porti
su cui attraccare.

© Alessandro Bon

Il papà dagli occhi che sapevano amare

Vi era un uomo seduto in riva al mare che cantava canzoni che sembravano provenire da un altro mondo, un tempo antico, un altro paese…. Un paese che Antonio non aveva mai udito nominare: era un Afghano. La sua felicità per Antonio era incomprensibile: non aveva una gamba! Eppure cantava felice.

“Ma come fa un uomo senza  una gamba ad essere felice?” Si chiedeva Antonio. E giorno dopo giorno gli passava accanto, con quell’ingenuità che solo un ragazzino di 13 – 14 anni sa ancora avere. Finché una mattina l’uomo si girò verso di lui e gli disse: “Tutti i giorni ti fermi ad ascoltarmi cantare e poi te ne vai a capo chino dopo aver guardato la mia gamba, perché?” Continua a leggere “Il papà dagli occhi che sapevano amare”