Il bambino che scriveva sulla sabbia (Autore Alessandro Bon)

Un bambino tutti i giorni si recava in spiaggia e scriveva sulla spiaggia: “Mamma ti amo!”; poi guardava il mare cancellare la scritta e correva via sorridendo.
Un vecchio triste passeggiava tutti i giorni su quel litorale, e lo vedeva giorno dopo giorno scrivere la stessa frase, e guardare felice il mare portargliela via. Fra sé e sé pensava: “Questi bambini, sono così stupidi ed effimeri.”
Un giorno si decise ad avvicinare il bambino, non avrà avuto più di dieci anni, e gli chiese: “Ma che senso ha scrivere “Mamma ti amo!” sulla sabbia se poi il mare te la porta via. Diglielo tu che le vuoi bene.”
Il bambino si alzò, e guardando l’ennesima scritta cancellata dall’acqua salata disse al vecchio: “Io non ce l’ho la mamma! Me l’ha portata via Dio, come fa il mare con le mie scritte. Eppure torno qui ogni giorni a ricordare alla mamma e a Dio che non si può cancellare l’amore di un figlio per la propria madre.”
Il vecchio si inginocchiò, e con le lacrime agli occhi scrisse: “Nora. Ti amo!”; era il nome della moglie appena morta. Poi prese il bimbo per mano e assieme guardarono la scritta sparire.

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Presto uscirà il mio quarto libro:

Vi presento il mio quarto libro, presto disponibile in libreria:

La persistenza della memoria

 

zaher

Questo è un viaggio iniziato nel 2008 anno in cui decisi di ricoverarmi in una clinica psichiatrica.
Una raccolta poetica come metafora del viaggio perché ogni poesia è un luogo visitato, un’emozione provata, una persona incontrata o un amore vissuto. Ogni poesia è una foto, o meglio un’istantanea di un momento goduto, o forse la sintesi di emozioni che hanno attraversato l’anima dell’autore. E alla memoria di un viaggio della speranza e di un piccolo viaggiatore va la poesia che ho scelto come incipit: la poesia di Zaher Rezai. adolescente afghano morto travolto da un camion che sognava la libertà e una vita migliore. Avrebbe potuto lasciare molto di sé, ma gli è stato concesso di lasciare solo un taccuino con le sue poesie, a cui qualcuno ha dato una traduzione, e a cui io do omaggio.
Questa è una raccolta di poesie, e una breve raccolta di racconti, piccole fiabe morali fra le quali: “Il bambino che scriveva sulla sabbia” si distingue per il successo avuto sul web
Questo è un diario di viaggio, in cui metto me stesso, ma anche le persone che durante questo viaggio hanno voluto condividere con me un sorriso, una tazza di caffè, un abbraccio, un po’ di calore umano.

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“I miei soldini per il bambino nero magro magro”

Il blog di una cara amica Lucia GZ
In questa frase il linguaggio infantile di una bambina, la sua meravigliosa Stella . Infantile nel senso di infante, di puro, senza esser sporcato. Il bambino è nero, non perché è “sbagliato” ma perché nel suo vocabolario ancora da riempire di pregiudizi il suo colore della pelle non lo rende diverso. E’ un bimbo come lei. Anzi, non lo è: è troppo magro. E è questo che l’ha colpita. Non il colore, ma la magrezza sintomo di qualcosa che non va. Così lei non può far altro da dare i suoi soldini al bambino per comprare da mangiare. Non sa come, non sa perché o cosa farsene dei soldi: sa che con quelli la mamma fa la spesa. E così lei dona parte di sé, non solo i soldi
Duemila anni fa un certo Gesù disse: ”
“Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: “In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.” Matteo 18,2-3.

lucialorenzon

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Questa la foto su una delle tante missive che arrivano dalle più disparate associazioni allaricerca di fondi. Questi “Medici senza frontiere”.
Stella vede questo bimbo e ne rimane colpita. Chiede spiegazioni. Gliele do come meglio posso. Dopo un po’ vedo che apre il suo salvadanaio e con una manciata di monetine si avvia verso un cassetto per cercare una busta.
Non la trova. Chiede. Si arrabbia perché le spiego che non si possono spedire soldini in questo modo…vuole sapere come si fa.
Creatura commovente, l’Amore mio…❤

Lucia

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