Creatività e disturbo bipolare

Nel suo libro “Toccato dal fuoco” la psicologa americana Kay Redfield Jamison, ricercatrice di fama internazionale affetta da disturbo bipolare, commentando le vite di molti artisti famosi si interroga sulla possibilità che esista una relazione tra questo genere di disturbo e la creatività artistica.

Generalmente, infatti, le persone bipolari sono intelligenti e versatili; certo, alcune hanno più opportunità di sviluppare il proprio talento creativo nel lavoro o in attività particolari, altre riescono addirittura a trovare soluzioni brillanti a problemi molto complessi per la loro soddisfazione personale e per quella di familiari e amici. Probabilmente, molte persone bipolari usano le loro doti intellettive anche per affrontare la malattia. Abbiamo già avuto modo di dire che, di solito, la durata degli episodi maniacali è nettamente inferiore a quella degli episodi depressivi e che tra questi due estremi si interpongono periodi di stabilità emotiva; in questi momenti, alcuni pazienti attraversano fasi di pseudo-ipomania che, pur non sfociando necessariamente in episodi maniacali, li portano a sentirsi particolarmente capaci, socievoli e di buon umore; purtroppo, a essi segue quasi sempre un periodo di depressione.

In un altro libro, la stessa Kay Jamison racconta come, durante

le fasi ipomaniacali, si accorgesse di essere estremamente produttiva nel suo lavoro, ma ben presto comprese che, nonostante l’apparente sensazione di benessere, quei momenti avevano costi enormi in termini di stabilità emotiva: aveva, infatti, notato che a essi seguivano invariabilmente periodi sempre più lunghi di depressione. Perciò, decise di ricorrere, oltre ai farmaci, all’aiuto di uno psicoterapeuta che le permise di stabilizzare il suo equilibrio emotivo ed evitare di precipitare di nuovo negli abissi della depressione più nera.

Pertanto, è verosimile supporre che, nella fase ipomaniacale e in quella immediatamente precedente, si verifichi nei soggetti bipolari un incremento della produttività creativa, accompagnato talvolta da aspettative eccessive che possono, successivamente, tradursi in profonda disillusione e sconforto. Ciononostante, molti pazienti affermano che è difficile resistere al fascino di uno stato (ipo)maniacale: uno stato mentale in cui si avverte un aumento delle capacità intellettive, un senso di benessere diffuso, fiducia in se stessi e voglia di vivere che, talvolta, quando vengono a mancare, inducono una vera e propria “nostalgia”. In alcuni casi, ci si illude di poter prolungare questi periodi a proprio piacimento, semplicemente controllando gli stati d’animo che sembrano generarli; in altri, durante i periodi di stabilità emotiva, si arriva a sospendere l’assunzione di farmaci nella convinzione che possano inibire le proprie facoltà mentali.

Fonte: “La depressione Bipolare” di Gianfranco Graus. Ediz. Eclipsi, Edito nel 2007, 16 €

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5 pensieri riguardo “Creatività e disturbo bipolare

  1. ho scoperto di essere bipolare circa un anno fa dopo vari periodi di depressione e uno maniacale dopo il quale mi e’ stato diagnosticato il disturbo da allora sono in cura ho preso farmaci di diverso tipo per abbattere la mania e poi la seguente depressione ancora oggi dopo quasi due anni di instabilita’ emotiva nonostante l’ausilio di farmaci non mi sento piu’ me stessa so’ che i farmaci aiutano ma non riesco piu’ a fare una vita normale non sono la persona attiva di una volta e la creativita’ che a sempre fatto parte del mio carattere sembra essere scomparsa chissa’ se tutto questo prima o poi finira’ so solo che per due anni non ho vissuto sono sopravvisuta …………………. vado avanti pensando che non puo’ piovere per sempre e perche’ ho una figlia bellissima e un marito stupendo che mi e’ stato sempre vicino.E’ DIFFICILE MA NON POSSIAMO SMETTERE DI SPERARE.

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  2. io sono biplare e o dei attacchi di panico allucinanti che mi impediscono di fare una vita normale,la paura di allontanarmi di casa da un posto che sia sicuro mi causa degli attacchi anche quando sono sola in casa,io non ce la faccio piu vorrei vivere normale e uscire essere libera di andare dove voglio senza l’ansia che mi assale.Che posso fare?come posso comportarmi in questi casi?vorrei tanto una spiegazione a tutto.

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    1. Laura ti abbraccio! Questa la prima cosa che mi viene da dirti… sappi che siamo in tanti fragili e complessi: non sei sola! …….consiglio pratico (suppongo tu ci abbia già pensato): bravo psicoterapeuta + terapia farmacologica : sono cose complementari inscindibili. I farmaci regolano la chimica del nostro cervello, sono importanti soprattutto inizialmente; poi potrai sostituirli con gli impulsi dati da una nuova via di pensieri (via difficile ma che da dei gran frutti…)
      …sono 8 anni questo mese dalla mia violentissima crisi maniacale in cui pensavo prima di aver trovato la legge unica della fisica e quindi di essere il messia per esserne stato capace …e poi che periodo tetro che ho vissuto!
      Non sono più in terapia (il mio dot mi ha fornito gli strumenti e cmq so che se avessi bisogno posso sempre chiedere aiuto ) e non prendo più farmaci…è tanto che sto bene e vivo serenamente, sto realizzando i miei sogni, piano piano ..e con una persona fantastica accanto e un nuovo rapporto in famiglia…, poi il mio cane, il basket, gli amici, il mare, la musica e i libri …tante pagine piene di idee, poesia e viaggi ..tra i testi il primo che mi viene di consigliarti è Siddharta di Herman Hesse; l’ho riletto ad una dozzina di anni dalla prima volta, quando ero adolescente …Siddharta è uno che cerca, e in particolare la serenità, la quiete, l’imperturbabilità del Buddha. Il suo è un cammino difficile e lungo ma alla fine ce la fa e vive bene e semplicemente. In vecchiaia però scopre di avere avuto, nel periodo di perdizione, un figlio, il quale gli viene affidato da un giorno all’altro ….Siddharta, calmo e tranquillo, vuole insegnare al figlio quello che ha appreso perchè il ragazzo è inquieto. La vita lontano dalle luci delle città, vicino al fiume non piace al giovane. Tratta male Siddharta e ancor peggio quando quell’uomo fa buon viso a cattivo gioco e alla fine scappa e lascia il padre nella disperazione. E’ la che Siddharta consigliato da una grande anima capisce che il ragazzo deve compiere il suo cammino per darsi delle risposte alle domande difficili della vita.
      Ognuno ha il proprio cammino! Noi abbiamo qualcosa in comune (bipolarismo, fragilità, sensibilità …non so …magari altro, non ti conosco), ma siamo tanto diversi tra noi e dentro noi nei vari momenti (mi conosco come un’orchestra e i miei pensieri, gli umori e la mia vita son sinfonie diceva Pessoa più o meno) ….perciò ti saluto dicendoti che sarai tu la protagonista del tuo viaggio e arriverà la serenità, lei è la tua meta come un ulisse e la sua Itaca (leggiti la poesia Itaca di Kavafis … ) ciao e pensa che i cinesi usano in una stessa scrittura la parola crisi e opportunità. Adesso vedi probabilmente solo l’aspetto negativo di quello che ti accadde o quanto di infausto ci sia nel bipolarismo …ma non è solo così!!

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