Caro diario…

Caro diario quest’anno è stato davvero duro sotto molti aspetti, ma sai cos’ho imparato? Ho imparato a dividere le sofferenze che appartengono al vissuto di tutti i giorni, al senso comune, da quelle della malattia. Questo è un grande passo avanti e posso affermare con sicurezza che è un passo fondamentale verso un Io migliore. Ho imparato dagli altri, da chi mi ha aperto il cuore, da chi mi ha raccontato il suo vissuto, da chi mi è stato vicino, ma soprattutto da me stesso. E’ proprio vero che tutte le risposte che cerchiamo son già dentro noi, ma che ci rifiutiamo di accettarle. Eppure in questo momento ho paura, ho paura di ciò che mi aspetta nel mondo reale dopo aver appreso questa ennesima lezione.

Ho fatto soffrire amici, e amiche, e loro han fatto soffrire me. Ho imparato che nell’era del sempre connesso è più facile perdere i rapporti che tenere i legami. E’ più facile dire: “Non ho tempo.”; che cercare tempo. E’ più facile dire: “Ti voglio bene!”; che fare un gesto di affetto. Verba volant, scripta manent”. Ho perso di vista amici perché non hanno i soldi sul telefonino, ma molte case e lavori importanti. Ho perso amici perché mi rifiuto di crescere, e ho ancora paura di uscire. Ho perso amici perché son andato a vivere da solo, e da allora è diventato difficile fare qualche chilometro per venire a trovarmi. Anche quando stavo male. Hai notato che è più facile fare 30 km per andare a mangiare, o a divertirsi, ma è faticoso percorrere la stessa distanza per andare a trovare un amico? O che si spendono più volentieri due euro per un gelato piuttosto che per telefonargli?

E’ sempre difficile definire l’amicizia, soprattutto per me, che non ho mai saputo relazionarmi con il mio prossimo. E’ sempre stato un mio difetto, sai? Ho tantissime risposte in me, ma pochissimi modi di viverle.

Alcuni credono sia egocentrico, perché parlo spesso di me, e della mia sofferenza, invece è un mio modo di dire agli altri: “Sai, caro/a, siamo tutti vulnerabili, ed aprirsi agli altri ci aiuta a sentirci meno soli e a alleviare il peso dei nostri problemi. Non temere l’esser debole, tutti lo siamo.”

Lo sai che fino a pochi anni fa non permettevo a nessuno di toccarmi? Neppure a mia madre. Il mio corpo era off limits. Forse per questo ho fatto l’amore così tardi, forse per questo faccio ancora fatica a essere me stesso e rinuncio a molti gesti. Quanti cambiamenti può avere un uomo nella sua vita, quanto può mutare il suo approccio con il mondo?

Persone importanti ce ne sono state, e ce ne saranno. Ma che male quando non ti capiscono, quando fanno di tutto per farti cambiare, perché giudicano il tuo essere sbagliato. Molti lo fanno in buona fede, altri no. Molti lo fanno perché ritengono di poterti insegnare molto, ma questa è vanità. Dev’essere l’allievo ad apprendere, non il Maestro ad imporre: altrimenti il Maestro non è altro che un dittatore.

Ho conosciuto un uomo che mi assomiglia molto, e che ho odiato profondamente per questo: in lui vedevo tutto ciò che ero stato, e spesso capivo chi non mi capiva. Gli voglio bene, ma è impossibile amare appieno l’immagine che ti appare allo specchio. Ho conosciuto una donna e ho capito troppo tardi che stavo perdendo la sua amicizia. Ho fatto errori terribili, che mi porterò dietro tutta la vita, errori dovuti più alla ricerca d’amore, di calore, di essere un corpo oltre che uno spirito. Ma che non mi posso perdonare. Così come non posso perdonare chi, in buona fede, entra in quel mio metro quadro e che mi fa soffrire per questo. Che sia la mia dirimpettaia, o un amico, o mia madre, questo non importa. Non lo permetto a nessuno. Non riesco a far capire a queste persone che mi fanno soffrire, e se cerco di farlo la risposta è un broncio o un’incazzatura. Come a voler dire: “Sei tu sbagliato” Senza capire che si è in due a decidere i termini di un rapporto che sia di amicizia, d’amore, o altro.

Ho conosciuto una donna, ha lasciato tutto per inseguire un sogno. Sta soffrendo molto per questo, ma lo fa con una tale passione e una tale forza che la trovo eccezionale. Mi ha insegnato più lei in pochi mesi che molti amici in molti anni. Credo abbia cambiato la mia vita.

Ora però son di fronte a delle decisioni forti. E non riesco a prenderle. Ho troppi catene che mi imprigionano, e tu sai quanto è difficile liberarsi dalle catene.

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