Luci sulla platea,
luci su di te,
luci sul direttore.
Note che escono
come figli da madri,
come amanti dal letto.
Applausi attorno a te,
applausi solo per te.
La gente ti ama.
Anch’io vorrei…
sentirmi circondato
d’ amore infinito
di popolo acclamante.
Anch’io che scrivo
poesie con penna
magica e immortale,
vorrei questo calore.
Oh, poeta, povero
illuso che crede
di essere autore
di versi d’amore.
Chi sei tu?
Figlio di arte minore,
dimenticata dall’uomo
e priva di virtù.
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—-> La persistenza della memoria
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