La vita è una partita di tennis. (Monologo sulle occasioni che la vita ci offre)

Non è tanto la mente che è ferma, perché quella, talvolta è anche troppo veloce, ma il corpo, che vive di inerzia e incapacità di reagire. Così, quei due fottuttissimi amici si ritrovano tutte le sere a interrogarsi su cosa fare, ma poi l’ha sempre vinta il corpo, con buona pace della mente. E a quest’ultima, che poi si rompe le palle, non resta che dar di matto: viaggiando attraverso mondi inesistenti e progettando futuri ed azioni che non realizzerà mai. E’ qui che mi chiedo se debbo sopprimere l’uno o l’altra. E quale destino mi attenda al di la della follia.
(Alessandro Bon)

Spesso mi guardo indietro e mi rendo conto di aver perso centinaia di occasioni, di aver rinunciato a troppe situazioni che avrebbero potuto darmi una qualche forma di gioia, un modo nuovo per sentirmi vivo.

Non parlo certo di droga, sesso, e rock’n roll… ma la vita è una “partita di tennis”, e chi non sa ricevere, chi non sa prendere al volo l’occasione la perde. Certo, è differente perdere una palla durante il Roland Garros, piuttosto che durante un allenamento, potrete dirmi, ma la vita è un continuo Roland Garros, perché ogni palla persa è un’occasione che non si ripeterà mai più.

E così ricordo quella afroamericana imbarcata a Barcellona, stesa con il mio sarcasmo, che così raramente fa breccia nel velo triste della mia vita, e il viso del barista che se la mangiava con gli occhi. Questa pantera nera, alta, sinuosa, corpo morbido e tonico, che mi voleva, ma che io ho rifuggito per paura non so di che. E ricordo il suo sguardo, quando la lasciai sbigottita davanti al suo hotel a 4 stelle, per recarmi alla mia umile dimora.

La vita è una “partita di tennis” e non è certo una scopata in più che te la rende migliore, ma quella notte di sesso avrebbe dato un senso diverso alla mia e alla sua vacanza. Ogni palla persa, è un motivo in meno per gioire della vita.  E me ne rendo conto quando mi ritrovo chiuso in casa a guardare la TV e a non vivere, a rinunciare a tutto per paura del nulla che vive in me.

La vita è una “partita di tennis” e a volte lo capisco, come quella sera che son partito da casa per andare ad Este a conoscere una donna, anche se poi non mi è piaciuta,  mi ha fatto capire che in realtà qualcosa di buono c’è in me.

Ma cos’è che ci obbliga a dire di no? Qual’è quella molla arrugginita che ferma gli ingranaggi della mente e della vita, e che ci porta a rinunciare a vivere. Un’amica mi ha detto che non avrebbe ceduto alle lusinghe di un ragazzo con vent’anni di meno, perché inconcepibile. Secondo quali canoni poi?

Ma non è solo il sesso, è il lavoro, il gioco, la vita…. Eppure le occasioni per essere felici sono immense, sono dietro l’angolo, e noi le fuggiamo. Quante volte abbiamo detto no ad una festa, ad una sera in compagnia, ad un periodo di ferie, a un invito non gradito… e poi a casa ci siamo ritrovati malinconici attori delle nostre rinunce?

La vita è una “partita di tennis”, e ogni palla va giocata, perché non si può mai dire se la palla successiva sarà l’ultima del match o l’ennesima prima di una vittoria, ma ogni palla in più che saprai giocare è un’occasione in più per sorridere e dire di nuovo: sono vivo. 

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